Evitare duopolio Rai-Mediaset sul digitale, il Parlamento decida

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MirkoB
00lunedì 31 luglio 2006 13:46
«L'assetto duopolistico e concentrato del mercato, in cui gli operatori storici, Rai e Mediaset, detengono complessivamente l'85% dell'audience, è stato oggetto di analisi. L'Autorità ha ravvisato una posizione di dominanza congiunta di Rai e Mediaset nel mercato delle reti analogiche». Un duopolio che «in prospettiva può riproporsi anche nella tv digitale». A rilanciare l'allarme sulla situazione del sistema radiotelevisivo è Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità garante per le comunicazioni, che in mattinata ha presentato in parlamento la relazione annuale. Ora, dice il garante, il tema non è più differibile dopo l'annuncio della messa in mora dell'Italia da parte della Commissione Ue. Ma «questa riflessione - spiega Calabrò- non può essere fatta se non a livello politico e quindi in Parlamento, trattandosi di materia riservata al legislatore. È in quella sede che va considerato l'assetto concorrenziale del settore nel processo di transizione dall’analogico al digitale, rendendolo compatibile con gli obiettivi e i vincoli comunitari, rivisitando le persistenti indicazioni della Corte Costituzionale».

Altri temi toccati nella relazione: la par condicio come indispensabile strumento di democrazia; i risparmi di circa 2 miliardi per i consumatori grazie alla concorrenza nela telefonia mobile e la riorganizzazione della Rai.

PAR CONDICIO - «Obiettività, equilibrio, contraddittorio» sono stati i parametri a cui il garante ha chiesto ai giornalisti di attenersi. Con un monitoraggio continuo, 24 ore su 24, il garante ha avuto la possibilità di controllare più precisamente le trasmissioni e per la prima volta ha irrogato anche sanzioni pecuniarie per un ammontare totale di 700mila euro. Sedici sanzioni sono state irrogate nel periodo 1 maggio-12 luglio 2006. «La par condicio si è dunque dimostrata - conclude Calabrò - uno strumento di democrazia indispensabile, ma migliorabile alla luce dell'evoluzione della comunicazione televisiva».

TELECOMUNICAZIONI - Quanto alla telefonia, migliora la concorrenza nel settore delle reti mobili e con il miglioramento arrivano i benefici per i consumatori che, solo nel 2006, risparmieranno 1,8 miliardi di euro e, nel prossimo triennio, altri due miliardi. Il comparto delle reti fisse ha conosciuto, nel 2005, una sostanziale stabilità nella crescita (pari allo 0,4%). Sostenuto invece l'incremento dei servizi su rete mobile che, sempre lo scorso anno, è stato del 7,8% pari a 12,5 milioni di carte sim in più sul mercato rispetto al 2004. «Nell'ambito delle attività svolte da Telecom Italia, occorre fare un passo avanti sulla strada della separazione tra i servizi regolati ( e cioè la rete ndr) e non regolati ( i servizi commerciali ndr), agendo sulla funzione di governance e di controllo indipendente. L'esperienza internazionale mostra che in questo percorso è più efficace quando l'operatore stesso prende impegni vincolanti. Chiedo perciò - spiega Calabrò - a Telecom Italia di dare la sua disponibilità in tal senso».

RAI - «Non può più essere rinviata», secondo il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni una «più funzionale riorganizzazione» della Rai, che paga tra l'altro il prezzo di una struttura ibrida tra servizio pubblico e natura commerciale, introiti da canone e pubblicità. La tv pubblica, ricorda Calabrò in un passaggio della sua relazione annuale al Parlamento, «versa in angustie: alla ristrettezza delle risorse provenienti dal canone, non correlato all'andamento economico, fa riscontro l'ibridismo della sua struttura: troppo servizio pubblico per l'appetibilità commerciale; troppo commerciale per una produzione di qualità».

dal corriere della sera
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